Negli ultimi mesi, il termine brain rot ha guadagnato popolarità, specialmente tra i giovani e sui social media. Tradotto letteralmente come “marciume cerebrale”, questa espressione viene usata in senso figurato per descrivere un declino della capacità di concentrazione, creatività o pensiero critico, spesso attribuito a un consumo eccessivo di contenuti digitali superficiali o ripetitivi. Ma cosa si cela dietro questo fenomeno? Vediamolo in dettaglio.
“I social media sono utilissimi a riempire i tempi morti e a far morire quelli vivi.”
Fabrizio Caramagna
Cos’è il Brain Rot e come riconoscerlo?
Chiariamoci subito: il brain rot NON è un disturbo clinico. Si tratta di un termine culturale e psicologico per indicare uno stato di “atrofia mentale”. Si manifesta con un senso di vuoto mentale o incapacità di affrontare compiti che richiedono impegno cognitivo. L’idea è che, proprio come il cibo malsano danneggia il corpo, i contenuti digitali di pessima qualità possono danneggiare la nostra mente.
La Parola dell’Anno 2024 scelta da Oxford è “brain rot”, tradotta come “marciume cerebrale” o, in gergo, “rimbambimento”. Il termine, votato da oltre 37.000 partecipanti, descrive il deterioramento mentale causato dall’eccessivo consumo di contenuti banali, soprattutto online e sui social media.
L’uso di “brain rot” è aumentato del 230% tra il 2023 e il 2024, riflettendo una crescente preoccupazione per l’impatto negativo della sovraesposizione a contenuti di bassa qualità. Il termine risale al 1854, quando Henry David Thoreau lo usò in Walden per criticare la preferenza della società per idee semplici rispetto a quelle complesse, interpretandola come segno di declino mentale.
Origini e diffusione del termine “Brain Rot”
L’idea del brain rot nasce nel contesto della cultura digitale e dei social media. La sua diffusione è legata all’esperienza di scrolling compulsivo di meme ripetitivi e video brevi (ad esempio, i celebri Reels su Facebook e Instagram) che, pur catturando l’attenzione, raramente offrono stimoli significativi. In pratica, il cervello davanti a questo tipo di fruizione entra in una modalità passiva, consumando contenuti senza alcuna elaborazione critica.
Cause del Brain Rot
Sovraccarico di Informazioni Superficiali:
In un mondo iperconnesso, siamo bombardati da informazioni di ogni tipo. Quando consumiamo passivamente video virali, notizie frammentarie o meme, il cervello fatica a elaborare e immagazzinare contenuti significativi. Questo può portare a una sensazione di “intontimento” mentale.
Dipendenza da Dopamina:
Le piattaforme digitali, progettate per mantenere gli utenti incollati agli schermi, sfruttano il rilascio di dopamina (il neurotrasmettitore del piacere) per ogni like, notifica o nuovo contenuto. Questo rinforza abitudini poco salutari e riduce la tolleranza per attività che richiedono più tempo e sforzo.
Diminuzione della Concentrazione:
L’abitudine a consumare contenuti brevi ed effimeri su TikTok, Instagram o YouTube, riduce la capacità di attenzione prolungata, rendendo difficile impegnarsi in attività più complesse come leggere un libro o risolvere problemi.
Mancanza di Stimoli Variegati:
Un’esposizione continua a contenuti simili (ad esempio, solo meme o clip umoristiche) impoverisce la mente, che non viene stimolata a cercare nuove prospettive o argomenti diversi.
Sintomi del Brain Rot
Il brain rot può manifestarsi attraverso i seguenti sintomi:
- Difficoltà di concentrazione: Fatica a mantenere l’attenzione su un’attività per più di pochi minuti.
- Procrastinazione frequente: Tendenza a rimandare compiti impegnativi in favore di attività meno stressanti, come guardare video o scorrere i social.
- Senso di vuoto mentale: Una sensazione di “mente spenta” dopo lunghe sessioni di consumo di contenuti digitali.
- Diminuzione della memoria a breve termine: Difficoltà a ricordare informazioni appena lette o viste.
- Perdita di interesse per attività stimolanti: ad esempio leggere, scrivere o partecipare a conversazioni impegnative.
Effetti a Lungo Termine
Se non affrontato, il brain rot può avere effetti negativi sulla vita personale e professionale, tra cui:
- Riduzione delle competenze cognitive, come la capacità di pensare in modo critico o creativo.
- Declino delle relazioni interpersonali, dovuto a una maggiore dipendenza da dispositivi elettronici e minore coinvolgimento nelle conversazioni reali.
- Impatto sulla salute mentale: l’eccesso di tempo speso online è spesso correlato ad ansia, depressione e solitudine.
Il Brain Rot NON è una condizione medica, ma un avvertimento culturale sull’impatto delle abitudini digitali nella vita quotidiana. Tuttavia, è un problema da non sottovalutare. Riprendere il controllo del proprio tempo e delle proprie scelte ti aiuta a vivere una vita più sana e consapevole.
Come Combattere il Brain Rot
Fortunatamente, sono molte le strategie per prevenire o ridurre il brain rot:
Limitare il tempo online
- Usa app per monitorare il tempo trascorso sui social media
- Imposta orari specifici per utilizzare i dispositivi elettronici
Consumare contenuti di qualità
- Scegli documentari, libri o articoli approfonditi invece di contenuti brevi e ripetitivi
- Cerca di seguire creator digitali e account che offrono valore educativo o ispirazionale
Praticare l’attenzione consapevole
- Prova la mindfulness o la meditazione per rafforzare la capacità di concentrazione.
- Impegnati a fare una cosa alla volta, evitando il multitasking.
Integrare attività offline
- Dedica tempo a hobby che non coinvolgono schermi, come gli sport all’aria aperta, il disegno o la cucina
- Trascorri più tempo all’aperto o in compagnia di amici
Creare una routine salutare
- Pianifica momenti di pausa lontano dai dispositivi
- Dormi a sufficienza e fai esercizio fisico regolare: aiutano a mantenere il cervello sano
Il brain rot è un fenomeno moderno che riflette l’impatto negativo di un uso eccessivo e poco consapevole della tecnologia sulla mente umana. Pur non essendo un problema medico, rappresenta un campanello d’allarme per la nostra salute mentale e cognitiva. Con semplici accorgimenti e una maggiore consapevolezza, potrai riprenderti il controllo delle tue abitudini digitali, preservando la capacità di pensare, creare e vivere in piena libertà.
- Oxford University Press, sito consultato il 17 dicembre 2024