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Maternità

Depressione postpartum: un viaggio attraverso le ombre della maternità

La nascita di un bambino è, e dovrebbe essere, un’esperienza gioiosa e trionfante, ovvero l’ apice della felicità familiare. Tuttavia, per molte neomamme, il postpartum porta con sé ombre inaspettate, sfumature di blu che si insinuano nella tela dei loro giorni. La depressione postpartum (DPP) è una condizione complessa che colpisce un significativo numero di donne dopo il parto, portando alla luce l’importanza di riconoscerla, comprenderla e trattarla con sensibilità e supporto da parte della famiglia e dell’intera comunità.

Che cos'è la depressione postpartum?

La gravidanza e il primo anno dopo il parto, noti come periodo perinatale, costituiscono una fase di enormi cambiamenti fisiologici, psicologici e sociali nella vita delle donne.
“Si stima che 1 donna su 5 sviluppi problemi di salute mentale nel periodo perinatale, in particolare depressione e ansia che sono i disturbi più frequent!i.
La DPP è la forma di depressione che può insorgere dopo il parto, caratterizzata da sentimenti di tristezza, ansia, inadeguatezza e stanchezza estrema. Contrariamente alla comune percezione, non si limita ai primi giorni o settimane dopo la nascita, ma può manifestarsi in qualsiasi momento durante il primo anno di vita del bambino.

La sua intensità può variare da lieve a grave, influenzando significativamente la capacità della madre di prendersi cura di sé stessa e del suo bambino.

“Baby blues” o Depressione Post Partum?

La maggior parte delle donne, circa il 70-80%, sperimenta subito dopo il parto, e nei giorni ad esso successivi, il cosiddetto “baby blues” una condizione non patologica, che generalmente si risolve da sola entro due settimane, stato patologico e non vi è necessità di intervenire con una terapia (farmacologica o psicoterapeutic). Tuttavia, circa il 10-15% delle neomamme sviluppa una forma di depressione più persistente.

 

La depressione post-parto (DPP) ogni anno in Italia colpisce, con diversi livelli di gravità, dal 7 al 12% delle neomamme. Questa condizione si manifesta tipicamente tra la sesta e la dodicesima settimana dopo il parto e può durare, se non trattata, mesi o persino anni.

Cause e fattori di rischio

Le cause della DPP sono multifattoriali, spaziando da fattori biologici, come i cambiamenti ormonali peri e postpartum, a fattori psicologici e ambientali, inclusi lo stress, la mancanza di supporto sociale e le esperienze negative legate alla gravidanza o al parto. Tra i fattori di rischio della PPD, sembra che un ruolo cruciale sia giocato dall’immagine corporea. Infatti, durante la gravidanza, le donne sperimentano cambiamenti rapidi e unici nel peso, nella forma e nelle dimensioni del corpo in un periodo di tempo relativamente breve. Alcuni studi indicano che, sebbene le donne tendano ad adattarsi alla nuova “condizione corporea”, spesso ciò non avviene. Da ciò l’importanza assoluta di un riconoscimento e un trattamento precoce.

La comprensione di questi fattori è cruciale per identificare le donne a rischio e fornire interventi tempestivi.

Impatto sulla madre e sul bambino

La DPP non colpisce solo le madri ma ha anche ripercussioni sullo sviluppo emotivo e fisico dei loro bambini. La madre che lotta contro la depressione ha anche difficoltà a stabilire un legame affettivo con il proprio bambino, e si associa anche a una ridotta attività di cura del neonato, compresi esiti negativi sull’alimentazione infantile, nonché a una durata ridotta dell’allattamento al seno e a una maggiore probabilità di sviluppare problematiche cognitive-comportamentali e di salute; problemi che possono persistere nella tarda infanzia e nell’adolescenza (Pertanto, identificare i fattori di rischio per lo sviluppo della PPD è di vitale importanza sia per la prevenzione e il trattamento precoce della depressione nelle donne in gravidanza, sia per promuovere il benessere del neonato.

Diagnosi e trattamento

La diagnosi di DPP si basa sull’osservazione dei sintomi e su valutazioni standardizzate da parte di professionisti della salute.

Il trattamento si può avvalere di:

  • Terapie psicologiche.
    La terapia psicologica, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o la psicoterapia interpersonale, ha dimostrato di essere efficace nel trattare la depressione post-parto.

In Italia, le neomamme possono accedere a supporto psicologico attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) oppure avvalersi di consulenti privati.

  • Terapie farmacologiche.
    Quando la depressione è moderata o grave, possono essere prescritti antidepressivi. La decisione di utilizzare farmaci deve essere presa da un medico, considerando i potenziali effetti sulla madre e sul bambino, specialmente se la madre sta allattando.

Lo scorso agosto 2023 negli Stati Uniti l’FDA è stato approvato lo zuranolone, un ormone sintetico derivato del progesterone, specifico per la depressione post-partum. Rispetto agli antidepressivi è in grado in soli tre giorni di agire contro lo stato di DPP. Lo zuranolone è neurosteroide a rapida modalità di azione che agisce sui recettori dell’acido gamma-amminobutirrico, coinvolto nella regolazione dell’umore: La durata del trattamento è di circa 14 giorni ed è in foma di compresse. Nella comunità europea il farmaco non è stato ancora autorizzato.

La depressione postpartum è una condizione da non trascurare, è per lo più trattabile, se presa in tempo. Il riconoscerla e il supporto famigliare è il primo passo verso il sostegno alle madri nel loro percorso di guarigione. È fondamentale che società, famiglie e sistemi sanitari collaborino per sfatare i miti sulla maternità e sulla DPP, offrendo un ambiente che promuova la comprensione, il supporto e la cura per quelle madri che si trovano ad affrontare le sfide dell’ombra del peri-postpartum.

La DPP richiede un approccio multidimensionale che consideri sia il supporto emotivo che interventi professionali necessari anche per la cura del neonato. Ecco alcune strategie efficaci per gestire questa condizione:

Cercare Supporto:

condividere i propri sentimenti e preoccupazioni con partner, familiari e amici può essere di grande aiuto. La condivisione può aiutare a sentirsi meno soli e a gestire meglio la situazione. I gruppi di supporto possono offrire un senso di comunità e comprensione, permettendo alle neomamme di condividere le loro esperienze e strategie di coping. In Italia, esistono associazioni e organizzazioni che offrono incontri di gruppo e supporto online.

Prendersi Cura di Sé:

è essenziale dedicare tempo a sé stessi per fare attività piacevoli, come passeggiate, lettura, o yoga. Dormire quando possibile, anche se l'allattamento o le cure al neonato possono interrompere frequentemente il sonno, è fondamentale per il benessere mentale e fisico

Cercare Aiuto Professionale:

se la depressione post partum persiste o peggiora, consultare un medico o uno psicologo specializzato in salute mentale materna. Il trattamento può includere terapia cognitivo-comportamentale, che aiuta a modificare pensieri negativi e comportamenti dannosi, e, in alcuni casi, l'uso di farmaci antidepressivi

Stabilire una Routine Quotidiana:

avere una routine quotidiana può aiutare a dare struttura alla giornata e a ridurre lo stress. È utile stabilire orari fissi per svegliarsi, mangiare e svolgere faccende domestiche, oltre a cercare di fare ogni giorno qualcosa di piacevole per migliorare l'umore

Essere Pazienti e Non Colpevolizzarsi:

ricordare che la depressione post partum è una condizione temporanea e trattabile. Essere pazienti con sé stessi e cercare di non sentirsi in colpa per i propri sentimenti può facilitare il percorso verso la guarigione

A dicembre 2023 sono state pubblicate Le Linee guida di pratica clinica evidence-based per la prevenzione, lo screening e il trattamento della depressione peripartum sviluppate e prodotte dal Research Innovation and Sustainable Pan-European Network in Peripartum Depression Disorder (Riseup-PPD) e accessibili sul sito dell’ISS-SNLG, nella sezione Linee Guida internazionali. Questo documento ha lo scopo di sintetizzare le attuali evidenze scientifiche riguardanti gli interventi per prevenire, effettuare lo screening e trattare la depressione peripartum cin riferimento al contesto europeo. Le linee guida sono state sviluppate per supportare le decisioni sanitarie e sono rivolte ai professionisti sanitari, in particolare della salute mentale, che nella loro pratica clinica si occupano di donne che pianificano la gravidanza, donne in gravidanza o donne nel primo anno dopo il parto, che soffrono o sono a rischio di depressione.​

Cerchi Aiuto?

Se sospetti di soffrire di depressione post partum o conosci qualcuno che potrebbe essere in questa situazione, è cruciale cercare aiuto da professionisti della salute mentale per una valutazione e un trattamento adeguati. Il Progetto di ONDA (Osservatorio Nazionale Sulla Salute della Donna e di Genere) DEPRESSIONEPOSTPARTUM.IT nato con l’obiettivo di sostenere ed essere vicino alle donne affette da DPP mette a disposizione sul sito la lista dei centri e delle associazioni a cui rivolgersi per un aiuto.

  • Shorey S, et al. J Psychiatr Res. 2018 Sep;104:235-248

  • Singh Solorzano C, et al. J Affect Disord. 2022 Aug 15;311:239-246
  • https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?id=4496&area=Salute%20donna&menu=patologie consultato il 27 marzo 2024
  • Evidence—Based Clinical Practice Guidelines for Prevention, Screening and Treatment of Peripartum Depression. 2023 sul sito ISS-SNLG il link al documento completo e il video “Riseup-PPD Clinical Practice Guidelines” sul canale Youtube del network.
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