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Zuccheri, glicemia e insulina: cosa c’è da sapere

Quando mangi riso, pane o ti lasci tentare da un budino alla crema o da una pizza: questi sono alimenti ricchi di zuccheri (carboidrati), che vengono digeriti e liberati nel sangue sotto forma di glucosio. 

CHE COS'È IL GLUCOSIO?

Insieme ai grassi (lipidi) e alle proteine, il glucosio è una delle principali fonti di energia dell’organismo. 

È il più semplice dei carboidrati ed è un monosaccaride (composto da un solo zucchero). I carboidrati si trasformano in glucosio nel sangue circolante. 

 

In base alla velocità con cui il corpo digerisce lo zucchero, i carboidrati sono considerati semplici o complessi. I carboidrati complessi si assorbono più lentamente, fornendo una fonte di energia più costante. Per questo essi sono più sani. 

CARBOIDRATI SEMPLICI

pane bianco, riso, pasta

caramelle

bevande zuccherate

sciroppi

zucchero da tavola

CARBOIDRATI COMPLESSI

riso integrale

avena

frutta

verdure

cereali integrali

Avere il livello di glucosio nel sangue (glicemia) costante ed entro i limiti è importante; sbalzi o livelli costantemente sopra o sotto i valori normali possono avere effetti dannosi anche permanenti.

COME VIENE UTILIZZATO IL GLUCOSIO DAL NOSTRO ORGANISMO?

Durante i pasti, il nostro organismo inizia subito ad elaborare il glucosio e gli altri carboidrati. In seguito, gli enzimi iniziano a scomporli ed il pancreas, che produce l’ormone insulina, permette l’ingresso del glucosio nelle cellule, soprattutto muscolari, che lo utilizzano come carburante. 

Il pancreas rilascia insulina in modo programmato e sufficiente per gestire l’aumento del livello di zucchero nel sangue durante i pasti, per mantenere livelli costanti di glucosio circolante.

Il glucosio può anche essere trasformato ed immagazzinato come grasso da utilizzare in seguito. 

MA CHE SUCCEDE SE LA GLICEMIA NON È NEI LIMITI?

La condizione più temibile e frequente è il livello costantemente alto di glicemia. Questo può sfociare in una malattia che prende il nome di diabete, che produce gravi danni, anche permanenti. 

Il diabete può verificarsi quando il pancreas non produce insulina come dovrebbe. Può accadere che, anche se i livelli di insulina sono sufficienti, le cellule non la utilizzano e così resta in circolo una quantità eccessiva di zucchero. Si parla allora di insulino resistenza.  

 

Col passare del tempo, i livelli di insulina possono ridursi; in tal caso l’organismo rilascia grasso dalle cellule adipose, che viene utilizzato come carburante. Inoltre, il fegato libera delle sostanze, chiamate chetoni, che rendono il sangue più acido. L’accumulo di chetoni e l’acidità del sangue possono diventare pericolosi, provocando una condizione denominata chetoacidosi, pericolosa per la vita.  

Stai attenta alla dieta chetogenica!!! 

In questi ultimi anni sta prendendo piede una dieta dimagrante definita “chetogenica”. Essa si basa sull’alimentazione a base principalmente di proteine, che stimolano il rilascio di chetoni in circolo. Ciò è particolarmente pericoloso se si ha il diabete, perché induce più facilmente uno stato di chetoacidosi. Parlane sempre prima col tuo medico, prima di intraprendere qualsiasi tipo di dieta.

Misurare la glicemia è semplice. Puoi farlo 

 

  • a casa se hai a disposizione un misuratore per la glicemia digitale 
  • in un laboratorio di analisi attraverso un normale prelievo di sangue
  • in farmacia

I misuratori di glicemia domestici sono il modo più comune di misurazione della glicemia. Frequentemente  sono dotati di una lancetta per pungere la punta del dito per prelevare una piccola goccia di sangue. Quindi si posiziona questa goccia di sangue su una striscia reattiva usa e getta. Poi si inserisce la striscia reattiva in un apparecchio elettronico  che misura i livelli di glucosio nel campione e restituisce un numero sullo schermo digitale. 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i valori normali, a digiuno da almeno 8 ore, si attestano, tra 70 e 100 mg/dL.  

COSA CAMBIA PER NOI DONNE?

Vi sono delle condizioni proprie del sesso femminile che possono provocare sbalzi o alterazioni della glicemia. La prima di queste è ad esempio la sindrome dell’ovaio Policistico (PCOS), una patologia che si manifesta solitamente nelle donne in età riproduttiva (15-49 anni). La PCOS presenta insulino-resistenza e iperinsulinemia, che la rendono uno stato pre-diabetico. Esiste, inoltre, anche un rischio maggiore di sviluppo di steatosi epatica. Alcuni sintomi tipici della PCOS sono l’irsutismo (comparsa di peli), l’acne, la presenza di cisti ovariche, i cicli irregolari. 

Il diabete gestazionale (DG) rappresenta un’altra condizione specifica della donna in cui bisogna monitorare attentamente i livelli di glucosio nel sangue. Può costituire una complicanza significativa in cui le donne che non hanno mai avuto il diabete, durante il periodo della gravidanza acquisiscono un’iperglicemia cronica. Nella maggior parte dei casi, l’iperglicemia è causata da un’alterata tolleranza al glucosio provocata dal cattivo funzionamento del pancreas in un contesto di resistenza cronica all’insulina. L’obesità, l’età materna avanzata e una storia familiare di diabete sono tutti fattori di rischio per lo sviluppo di DG. Le conseguenze includono un rischio maggiore di malattie cardiovascolari materne e di diabete di tipo 2, oltre a difficoltà di parto. Nella maggior parte dei casi, si risolve poco tempo dopo il parto, pur potendo ripresentarsi a distanza di anni. 

GLICEMIA ALTA O BASSA?

Nelle donne le condizioni di iperglicemia e ipoglicemia frequenti si riflettono  anche con problemi ginecologici come infezioni da candida o secchezza vaginale  

COME RIDURRE IL RISCHIO DI IPERGLICEMIA?

Dormi di più. Diversi studi collegano la mancanza di sonno alla aumentata resistenza all'insulina. Dormire di più può aiutare a invertirne gli effetti.

Fai più esercizio fisico. Un'attività fisica regolare, (basta una semplice passeggiata quotidiana a passo svelto di 30 minuti), aiuta a far assorbire lo zucchero nei muscoli per immagazzinarlo.

Riduci lo stress. Lo stress spinge l'organismo a entrare in modalità "combatti o fuggi", stimolando la produzione di ormoni che scompongono lo zucchero immagazzinato in glucosio aumentando la glicemia. Molti studi hanno rilevato che alti livelli di ormoni dello stress riducono anche la sensibilità all'insulina.

Perdi peso. Il peso in eccesso, soprattutto il grasso a livello della vita, riduce la sensibilità all'insulina e aumenta il rischio di diabete di tipo 2 producendo ormoni che promuovono l'insulino-resistenza nei muscoli e nel fegato. Soprattutto se ti trovi ad affrontare la fase della premenopausa fai attenzione, perché la riduzione degli estrogeni favorisce l’accumulo di grasso nel tessuto sottocutaneo.

Mangia più fibre. Le fibre solubili aiutano a nutrire i batteri amici dell'intestino (microbiota), che sono stati collegati a una maggiore sensibilità all'insulina.

Mangia più frutta e verdura colorata. Una dieta ricca di composti vegetali è legata a una maggiore sensibilità all'insulina, perché la frutta e la verdura colorate sono ricche di antiossidanti che si legano e neutralizzano le molecole chiamate radicali liberi che possono causare infiammazioni dannose.

Riduci i carboidrati. Una dieta ad alto contenuto di carboidrati provoca picchi di zucchero nel sangue. Mangiare regolarmente porzioni ridotte di carboidrati durante la giornata fornisce all'organismo meno zuccheri a ogni pasto, facilitando il lavoro dell'insulina. Inoltre, gli zuccheri aggiunti, che si trovano soprattutto negli alimenti industriali lavorati, aggiungono una quota di zucchero “invisibile” ai cibi che si assumono.

Aggiungi erbe e spezie alla tua cucina. Curcuma, zenzero, cannella e aglio, hanno dato risultati promettenti nell'aumentare la sensibilità all'insulina. Altre erbe che possono avere questo effetto sono basilico, aneto, finocchio, prezzemolo, cumino, noce moscata, origano e rosmarino. La ricerca scientifica ha identificato almeno 900 composti contenuti in una varietà di erbe e spezie che possono contribuire a ridurre la resistenza all'insulina. Anche il tè verde ha tali proprietà.

Evita i grassi trans e i cibi industriali. A differenza degli altri grassi, i grassi trans non apportano alcun beneficio alla salute e aumentano il rischio di molte malattie. Esempi di cibi con un’elevata percentuale di grassi trans sono: margarine, brioche, snack dolci, salatini, patate fritte surgelate, krapfen, burro, dadi da brodo, preparati per minestre, alimenti da fast-food, carni rosse, pop-corn in busta, formaggi stagionati.

Proteggi il tuo fegato usando un integratore alimentare. Il fegato è l'organo interno più grande del corpo ed è responsabile di molte funzioni vitali. Il fegato svolge un ruolo chiave nel bilanciare i livelli di zucchero nel sangue. Quando mangi, un ormone chiamato insulina rimuove lo zucchero in eccesso dal flusso sanguigno e lo immagazzina nel fegato per un uso futuro. Mantenere il fegato in salute contribuisce a mantenere in equilibrio anche il metabolismo degli zuccheri.

Insieme a questi comportamenti puoi anche usare un integratore alimentare. Molti integratori possono contribuire ad aumentare la sensibilità all'insulina, tra cui la vitamina C, i probiotici e il magnesio. Come per tutti gli integratori, attenzione che non interagiscano con i farmaci che stai eventualmente assumendo. È sempre meglio consultare un medico prima di iniziare a prenderli.

Prevenire è di gran lunga meglio che curare!

Bernardino Ramazzini

Normali livelli di glucosio ed insulina sono essenziali per mantenere il nostro corpo in perfette condizioni. Una dieta sana e completa dal punto di vista nutrizionale, associata all’esercizio fisico regolare, è  la migliore forma di prevenzione ma anche di cura verso molte malattie. 

BERNARDO RAMAZZINI

Bernardino Ramazzini è stato un medico e scienziato vissuto presso la corte estense (Carpi, 4 ottobre 1633 – Padova, 5 novembre 1714), innovatore, anticonformista e di tendenza illuminista. Vissuto in un periodo caratterizzato  da una grave crisi economica, pur dedicandosi alla cura dei malati, grazie alla sua lungimiranza e visione, il dottor Ramazzini, comincia ad analizzare e identificare i pericoli legati all’ambiente che circonda il “posto di lavoro ”. Si reca nelle botteghe malsane degli artigiani per descrivere i danni alla salute causati dal lavoro. Propone misure di prevenzione e protezione della salute oltre a fornire informazione sui pericoli rilevati. È stato un profondo sostenitore di una medicina semplice, basata su corretta alimentazione, riposo e pulizia. Da questa sua vera e propria vocazione verso la prevenzione nasce il precetto «prevenire è di gran lunga meglio che curare»

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