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L’influenza dei fattori metabolici e della dieta sulla (in)fertilità – i macronutrienti

Cibo fertilità femminile

STILE DI VITA E (IN)FERTILITÀ

La riproduzione è un evento biologico importante in tutti gli organismi viventi. Negli ultimi 50-60 anni si è assistito al deterioramento della salute riproduttiva in diverse parti del mondo, soprattutto nei Paesi industrializzati, come conseguenza di fattori modificabili dello stile di vita.  
Lo stile di vita della società è cambiato drasticamente nell’ultimo decennio: riduzione del dispendio energetico legato all’attività fisica giornaliera, aumento del consumo di alimenti ipercalorici e ad alto indice glicemico (IG) ricchi di grassi saturi e zuccheri raffinati, e un consumo molto ridotto di fibre influiscono negativamente sulla fertilità.

PERCHÉ L'ALIMENTAZIONE INFLUENZA LA FERTILITÀ

L’infertilità è una malattia che colpisce globalmente il 20-30% della popolazione femminile in età riproduttiva. Tuttavia, fino al 50% dei casi sono legati a problemi attribuibili agli uomini; pertanto, è importante affrontare la questione fertilità sempre nell’ambito della “Coppia”. 

Sempre più evidenze scientifiche indicano un legame tra dieta e fertilità e come un’alimentazione ben pianificata possa contribuire all’efficacia della procreazione medicalmente assistita (PMA). 
Il sistema riproduttivo, infatti, è estremamente sensibile alle influenze dell’ambiente esterno e, i meccanismi di controllo fisiologico dell’asse riproduttivo sono strettamente legati ai fattori nutrizionali. Alcuni di questi influenzano la fertilità maschile e femminile nonché la struttura del feto in via di sviluppo. 

 

Ancora una volta il modello vincente è quello della Dieta Mediterranea. 
Originaria di culture di antiche civiltà sviluppatesi intorno al bacino del Mediterraneo, prevede il consumo alimenti ricchi di antiossidanti, proteine vegetali, fibre, acidi grassi monoinsaturi, omega-3, vitamine e minerali. Una dieta a basso indice glicemico (IG) e a base vegetale, i cui benefici si ripercuotono anche sulla nostra capacità riproduttiva 

La dieta mediterranea ha un effetto positivo sulla resistenza all’insulina, sui disturbi metabolici e sul rischio di obesità, fattori fondamentali nel contesto della fertilità che si traducono anche in un valore importante per il successo della gravidanza. 

L’impatto dell’alimentazione sulla fertilità dipende dalle proprietà quantitative e qualitative della dieta, come il contenuto calorico di ciascun macronutriente (carboidrati, grassi e proteine), nonché dai profili specifici degli acidi grassi, delle proteine e dei carboidrati.  

 

Per fornirti maggiori informazioni che ti aiuteranno a fare un po’ di luce sul ruolo che la dieta e l’alimentazione possono avere nell’area della (in)fertilità, in particolare femminile (ma anche maschile) ci concentriamo sui Macro e Micro Nutrienti e lo faremo in due articoli.  
Vediamo di seguito il ruolo dei macronutrienti.  

MACRONUTRIENTI

1. CARBOIDRATI

Sia la sensibilità all’insulina che il metabolismo del glucosio influenzano in modo significativo l’ovulazione e la fertilità. L’indice e il carico glicemico dei carboidrati sono particolarmente importanti. Il consumo di prodotti ad alto indice glicemico (come i cornflakes, i prodotti da forno lievitati, i crackers etc.) può aumentare la resistenza all’insulina, la dislipidemia e lo stress ossidativo, influenzando negativamente sia la fertilità che le funzioni ovariche e spermatiche. 

L’insulina regola il metabolismo ma anche le funzioni riproduttive e, l’iperinsulinemia è correlata positivamente con l’iperandrogenismo e i disturbi dell’ovulazione. L’iperglicemia ha un impatto negativo sulla motilità degli spermatozoi, sul processo di fecondazione e, come gli studi hanno dimostrato, oltre il 50% degli uomini con diabete presenta un problema di disfunzione erettile.  

Gli alimenti a base di carboidrati non complessi (come cereali, pane e prodotti da forno ottenuti con farine integrali, cioè poco raffinate,) e ricchi di fibre sono essenziali e allo stesso tempo favoriscono la fertilità.  

2. GRASSI

I grassi costituiscono un composto dietetico fondamentale per la fertilità. Una dieta ad alto contenuto di grassi può essere associata a cambiamenti nelle funzioni riproduttive, tra cui la durata del ciclo mestruale, la concentrazione degli ormoni riproduttivi (come l’ormone luteinizzante o LH) e la qualità degli embrioni nei cicli PMA. 
La qualità dei grassi è più importante della loro quantità. Infatti, gli acidi grassi trans (TFA) sono certamente i grassi più dannosi e influiscono negativamente sulla fertilità: possiedono proprietà pro-infiammatorie e aumentano la resistenza all’insulina, incrementando così il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 o altri disturbi del metabolismo, tra cui la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).  

TFA o acidi grassi trans? 

Gli acidi grassi trans (TFA) sono acidi grassi con almeno un doppio legame carbonio-carbonio nella cosiddetta configurazione chimica trans. Possono essere prodotti industrialmente attraverso l’idrogenazione parziale degli oli vegetali e di pesce, ma sono presenti in dosi ridotte anche nella carne e nei prodotti lattiero-caseari di animali ruminanti, come bovini, pecore, capre e cammelli.   

Questi grassi sono presenti più frequentemente nei cibi cotti al forno e fritti, negli spuntini e negli alimenti preparati o preconfezionati, nonché negli oli da cucina e nelle creme spalmabili industriali. 

Visto l’elevato danno per la salute, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2018 ha lanciato l’invito all’azione per eliminare i TFA prodotti industrialmente per proteggere la popolazione mondiale dai loro effetti negativi sulla salute entro il 2023.
Per maggiori informazioni puoi leggere il documento

Gli acidi grassi ɷ-3, al contrario, possono influire positivamente sulla fertilità.  Essi svolgono un ruolo essenziale nella produzione degli ormoni sessuali (steroidogenesi) e possiedono notevoli proprietà antinfiammatorie. Attualmente, gli studi disponibili indicano che gli ɷ-3 provenienti dal pesce azzurro o dagli integratori hanno un effetto benefico sulla crescita e sulla maturazione degli ovociti, riducono il rischio di anovulazione (assenza di ovulazione), migliorano la morfologia degli embrioni e sono associati a concentrazioni più elevate di progesterone. 

Alle donne in età fertile che cercano una gravidanza dovrebbe essere raccomandato un consumo elevato di MUFA e PUFA (compreso un consumo elevato di ɷ-3 da pesce azzurro o da integrazione) ed un consumo ridotto, meglio nullo, di TFA e SFA. 

PUFA MUFA S F ATFA

PUFA: Poly-Unsatured Fatty Acids= acidi grassi polinsaturi (ad es.: l'acido linoleico)

MUFA: Mono-Unsatured Fatty Acids= acidi grassi monoinsaturi (ad es.: l'acido palmitoleico)

TFA: Trans-Fatti-Acids= acidi grassi trans (si trovano comunemente negli alimenti confezionati, nei prodotti da forno, negli oli da cucina e nelle creme spalmabili).

SFA: Saturated fatty acids= acidi grassi saturi, (si trovano nel burro, nella carne rossa) solidi a temperatura ambiente.

3. PROTEINE

Un elevato consumo di proteine animali è stato associato a un rischio maggiore di infertilità per la loro azione sull’ovulazione. A sua volta, l’assunzione di proteine vegetali aumenta la fertilità nelle donne in particolare di età superiore ai 32 anni.  
Perché?  
La differenza potrebbe essere legata all’impatto diverso che hanno le proteine vegetali e animali sulla secrezione di insulina. Quando mangiamo proteine vegetali, la produzione di insulina è più bassa rispetto a quelle di origine animale. 

Nelle donne inoltre, l’assunzione di proteine, in particolare quelle animali, è correlata negativamente con le concentrazioni di testosterone; gli androgeni svolgerebbero un ruolo importante nella regolazione della funzione ovarica e della fertilità interferendo con le vie che regolano la crescita del follicolo ovarico. 

Il glutine, essendo una proteina, è un macroalimento. Il suo ruolo nell’ambito delle fertilità è ancora sotto studio, sebbene le credenze comuni imputino al glutine un effetto negativo sulla capacità riproduttiva. Tuttavia, secondo le raccomandazioni degli esperti, l’esclusione del glutine dalla dieta non è raccomandata per la popolazione generale e non ci sono prove che questa pratica sia benefica nei soggetti non celiaci.  

Capita spesso di vedere un’amica, di leggere su una rivista o ascoltare alla radio consigli che propongano di eliminarlo dalla dieta per aumentare la capacità di concepimento in entrambi i sessi: ad oggi non esistono certezze, sebbene una diagnosi di celiachia o intolleranza al glutine, precedentemente non diagnosticata, potrebbe essere riscontrata tra le donne con infertilità. Alla luce di ciò l’esclusione del glutine dovrebbe essere raccomandata solo alle donne che cercano una gravidanza e che hanno una positività all’intolleranza/allergia al glutine. 

4. CAFFÈ E ALCOL

La maggior parte degli studi indica che un elevato consumo di caffeina potrebbe essere un fattore potenzialmente negativo per raggiungere la gravidanza. Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, per le donne in gravidanza o che la cercano, sono raccomandati fino ad un massimo di 200 mg di caffeina al giorno.

Vale la pena notare che la fonte di caffeina non è solo il caffè, ma anche il tè, le bevande analcoliche, il cacao o alcuni farmaci.

Il consumo di alcol, eccessivo e cronico, è stato collegato a una riduzione della fertilità femminile e maschile, e ad un rischio maggiore di sviluppare disturbi mestruali. È fondamentale sottolineare che l’assunzione di alcol durante la gravidanza ha effetti negativi sullo sviluppo del feto, così come un consumo eccessivo e cronico durante la gravidanza può determinare una sindrome feto-alcolica. Il consumo eccessivo di alcol inoltre è collegato ad un alto rischio di patologie del fegato, organo fondamentale per una gravidanza in salute. 

INFLUENZA DEL MICROBIOTA INTESTINALE

La maggior parte degli studi indica che un elevato consumo di caffeina potrebbe essere un fattore potenzialmente negativo per raggiungere la gravidanza. Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, per le donne in gravidanza o che la cercano, sono raccomandati fino ad un massimo di 200 mg di caffeina al giorno.

Fattori influenza microbioma

La composizione della dieta svolge un ruolo essenziale nella formazione e nel mantenimento della corretta composizione del microbiota intestinale. I componenti della dieta promuovono o inibiscono la sua crescita o influenzano il metabolismo e il sistema immunitario che determinano un cambiamento nella sua composizione. La disbiosi intestinale induce un’infiammazione locale che influisce sui diversi meccanismi coinvolti nella funzione e capacità riproduttiva. 

Il microbioma intestinale e i metaboliti derivati rappresentano una nuova frontiera nella gestione delle malattie del tratto riproduttivo. 

 

Concludendo la dieta e i modelli nutrizionali sono indubbiamente importanti per la fertilità sia maschile che femminile. Ad oggi si può confermare che il consumo di TFA, carboidrati raffinati e zuccheri aggiunti possa negativamente influire sulla fertilità. Al contrario, una dieta basata sulle raccomandazioni della Dieta Mediterranea ricca di fibre alimentari, acidi grassi ɷ-3, proteine vegetali, vitamine e minerali ha un effetto positivo.  

È importante sottolineare come sarebbe di estrema importanza, il ruolo valido di un esperto in nutrizione clinica nell’assistenza delle donne, degli uomini o della coppia che pianificano una gravidanza. 

  • Skoracka K, et al.; Adv Nutr. 2021 Dec 1;12(6):2372-2386.

  • Łakoma K, et al.; Nutrients. 2023 Feb 27;15(5):1180.  

  • Calagna G, et al.; Nutrients. 2022 Aug 10;14(16):3278.  

  • Boedt T, et al.; Cochrane Database Syst Rev. 2021 Apr 29;4(4):CD008189.

  • Ferramosca A, Zara V. Int J Mol Sci. 2022 Feb 25;23(5):2542.  

  • Chadchan SB, et al.; J Mol Endocrinol. 2022 Aug 4;69(3): R81-R94. 

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