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Maternità: 5 regole d’oro per uno svezzamento sano

Nellessere umano la figura della madre è sempre stata di fondamentale importanza, perché, oltre a presiedere all’accudimento primario e fisico (come nell’animale), ne influenza fondamentalmente anche l’aspetto educativo e psicologico.   Nutrizione, sviluppo affettivo e cognitivo sono intimamente collegati. Sia da un punto visto biologico che psicologico, l’allattamento materno rappresenta questa straordinaria sintesi che assicura il contributo nutrizionale e relazionale necessario alla crescita del bambino nei suoi primi mesi di vita. Arriva però il momento in cui il latte materno, o del biberon in sua mancanza, non è più sufficiente a soddisfare le esigenze nutrizionali del neonato, come ad esempio il fabbisogno di ferro, e nonostante il latte rimarrà ancora per mesi l’alimento principale, dovrai integrare la sua dieta con cibi semisolidi e solidi.

COS'È LO SVEZZAMENTO?

L’alimentazione complementare (AC), meglio conosciuta come svezzamento, è il passaggio da un’alimentazione esclusivamente a base di latte a un’alimentazione fatta di latte e di altri alimenti.

Rappresenta una fase molto impegnativa nel lungo processo di crescita del tuo bambino; una tappa evolutiva che ancora spesso i pediatri affrontano adottando schemi prestabiliti e standardizzati con dosi e tipi di alimenti (brodi e minestrine, baby food e passati di verdure) da introdurre al pasto, di settimana in settimana, per fornire al neonato tutti i nutrienti necessari alla crescita e allo sviluppo.

Per fortuna non è più così, le cose stanno cambiando: negli ultimi anni la conoscenza e le osservazioni delle caratteristiche psicofisiche del bambino consentono ai pediatri di offrire ai genitori indicazioni personalizzate e più libere, ponendo sempre al centro il benessere del bambino e facendo attenzione al contesto familiare, alla cultura e alle consuetudini in cui il bambino sta crescendo. 

Di seguito troverai elencate diverse strategie di alimentazione complementare che potrai adottare, previo consiglio del pediatra, per svezzare il tuo bambino.

Svezzamento guidato dal bambino (BLW)
Si tratta di un metodo che favorisce l’autonomia del bambino offrendogli il cibo che solitamente viene consumato dalla famiglia e che è in grado di maneggiare e portare alla bocca. Il bambino è libero di scegliere cosa e quanto mangiare con le mani dal cibo in tavola.
Introduzione ai solidi guidata del bambino (BLISS)
Una versione modificata di BLW che si basa sugli stessi principi di base ma, raccomandando che ad ogni pasto vengano offerti al bambino tre diversi tipi di cibo: un alimento ricco di ferro (carne rossa o cereali con aggiunta di ferro per l’infanzia), un alimento ricco di energia (uova, frutta e verdura caloriche come banane, avocado, zucca e patate) e un alimento ricco di fibre come frutta o verdura.
Alimentazione complementare reattiva (RCF)
Il comportamento attivo del bambino è prioritario. Il cibo viene offerto solo in risposta ai segnali del bambino e si interrompe quando smette di chiedere. Il cibo viene offerto nei tempi, nei modi, nelle consistenze e nelle quantità che meglio si adattano al suo livello di sviluppo psico-neuro-motorio e fisico nell’ambito dell’alimentazione della famiglia, purché tali alimenti siano adatti all’infante.
Alimentazione complementare non reattiva (NRCF)
La NRCF è caratterizzata da una mancanza di reciprocità tra caregiver e il bambino (in termini di richiesta/risposta) al momento dei pasti. Il caregiver può essere “eccessivamente attivo” (forzare, insistere o limitare l’assunzione di cibo), “eccessivamente passivo” (al punto da diventare troppo tollerante verso le scelte qualitative e quantitative del bambino), “prevalentemente funzionale” (utilizzare il cibo per strategie lenitive), o anche “del tutto estranei” e per nulla interessati alla richiesta o al rifiuto del cibo da parte del bambino, come in un meccanismo di distacco.
Alimentazione complementare tradizionale (TCF)
TCF si riferisce a una pratica in cui un pasto a base di latte (latte materno o artificiale) viene sostituito con un pasto solido e poi, in seguito, nel corso dei mesi, viene utilizzato anche un secondo pasto in sostituzione. Le pappe, sono preparate ad hoc per il lattante e sono costituite inizialmente da puree somministrate secondo le abitudini alimentari locali, con un graduale adattamento all’uso del cucchiaio. Successivamente vengono aggiunti gli alimenti tagliati. In questa pratica, gli alimenti consumati dalla famiglia vengono generalmente introdotti intorno all’anno di età. Le porzioni indicative sono consigliate dai pediatri.

Se sei qui è perché sicuramente hai molte preoccupazioni, dubbi e perplessità su come affrontare al meglio questa nuova e delicata fase del tuo bambino. Per renderla più serena e sicura ecco di seguito cinque preziosi consigli per lo svezzamento.

1. Svezzamento: quando iniziare? Qual è il momento giusto?
Sicuramente ti sarai posta spesso questa domanda. La corretta alimentazione, il tipo, i tempi e i modi giusti rientrano tra le preoccupazioni e le incertezze che ti trovi ad affrontare nella crescita del tuo bimbo o bimba.

Iniziamo col dire che non esiste un momento preciso e soprattutto uguale per tutti i lattanti per passare da un’alimentazione esclusivamente lattea a quella solida. Ogni bambino matura in modo differente, pertanto è opportuno fare sempre riferimento al proprio pediatra per avere indicazioni su quando iniziare il divezzamento.

Le recenti evidenze scientifiche, compresa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), raccomandano di promuovere lo svezzamento intorno ai sei mesi di età, periodo che corrisponde a quando l’allattamento al seno esclusivo (o al biberon) non è più in grado di fornire nutrienti ed energia sufficienti alla crescita e allo sviluppo di un bambino sano e nato a termine. Per allattamento esclusivo si intende che il bambino non deve assumere altri cibi, né liquidi (nemmeno acqua, soluzione glucosata o tisane), tranne se sussistono indicazioni cliniche o raccomandazioni specifiche, come nel caso della vitamina D.

Per iniziare lo svezzamento è importante considerare che il primo approccio al cibo solido debba partire dalla richiesta del bambino, che indicherà quando è pronto a iniziare la nuova avventura. I segnali appaiono generalmente nell’arco di età compreso fra i 5 e i 7 mesi nei bambini sani nati a termine, mentre nei bambini pretermine compaiono più avanti.

 

Sostienilo empaticamente e rispetta i suoi segnali di fame e sazietà: rafforzerai così la sua capacità di autoregolazione. L’introduzione di cibi solidi non corrisponde alla cessazione dell’allattamento al seno o del biberon. Il latte materno o il latte artificiale devono continuare a essere una fonte primaria di nutrienti per il primo anno di vita .

Afferra il cibo con il palmo della mano. Lo stringe nel pugno e mangia la parte che sporge dal pugno.

Apre la bocca tenendo la lingua appiattita e bassa per accogliere il cucchiaio.

Coordina gli occhi, le mani e la bocca per osservare. Afferrare e portare il cibo alla bocca da sé.

Tiene il cibo in bocca per masticarlo anche se sprovvisto di denti. Poi lo sposta nella parte posteriore della bocca e deglutisce.

Riesce a sedersi adeguatamente in posizione eretta senza bisogno di supporto.

2. Quando il bambino si rifiuta di mangiare come bisogna comportarsi?

Se il tuo bambino/a mostra poco interesse e appare disturbato, o ti dimostra con tenacia che è contrario ad abbandonare la tua tetta o il biberon, non avere fretta: aspetta qualche giorno prima di riprovare, ha bisogno di tempo per abituarsi ai nuovi cibi, sapori e consistenze.

Arriveranno giorni in cui mangerà di più. Altri, invece, in cui mangerà di meno o addirittura rifiuterà tutto. Non preoccuparti, è perfettamente normale. Lascia che si abitui pian piano e sii paziente, continua a offrirgli una varietà di cibi, anche quelli che sembra non gradire, poiché quelli che inizialmente rifiuterà, spesso in seguito li accetterà.

I bambini allattati al seno possono accettare altri alimenti più rapidamente di quelli alimentati artificialmente? Sì, perché sono già abituati ai profumi ed ai sapori della dieta familiare veicolati dal latte materno.

3. Cosa fare per rendere lo svezzamento più armonioso?

Affinché lo svezzamento possa avvenire in maniera serena e con minori difficoltà, è necessario il sostegno di mamma e papà, con sguardi pieni di gioia e fiducia anche quando il cucchiaino gli sembrerà un grande nemico.

Mostrati interessata a tutto ciò che fa e incoraggialo ad assaggiare il tuo cibo. Parla e guarda il tuo cucciolo d’uomo negli occhi, senza mai forzarlo o rimproverarlo quando non vuol mangiare: all’inizio non è importante quel che mangia e quanto perché il latte continua a essere il nutrimento principale con il quale completare il pasto. Se concedi al tuo bimbo o alla tua bimba la possibilità di fare esperienza con i propri segnali interni (aver fame o sete, sentirsi sazio, aver mangiato poco o abbastanza) imparerà a distinguere i suoi bisogni e a comunicarli in maniera sempre più efficiente, accrescendo via via le sue competenze, l’autonomia e l’autostima.

4. Svezzamento: quali alimenti introdurre e in che forma?

Sicuramente ti starai ponendo anche questa domanda.
Dipende da cosa sceglierai di proporre al tuo bambino: se opterai per la classica “pappa”, o se preferirai iniziare proponendogli alimenti sotto forma di purè, oppure degli omogeneizzati preparati in casa, o se invece preferirai la strada dell’autosvezzamento.

In ogni caso, preferisci alimenti di produzione nazionale e di qualità controllata. Se ricorri a prodotti confezionati, come omogenizzati, leggi attentamente le etichette, mentre per i prodotti freschi, che siano possibilmente provenienti da agricoltura e allevamento biologici. Nella scelta del pesce, prediligi quello di piccola taglia per ridurre il rischio di un’eccessiva assunzione di mercurio.

 

Qualunque sia la tua scelta, è importante chiedere al tuo pediatra, che ti darà i suggerimenti più adeguati affinché la combinazione dei vari alimenti (carboidrati, proteine, grassi, vitamine e sali minerali) sia bilanciata, evitando in tal modo carenze o eccessi.

Per quanto riguarda la consistenza e la forma, puoi offrire con il cucchiaio il cibo triturato più o meno finemente e, se si mostra interessato a mangiare da sé, taglia e prepara gli alimenti in modo tale che il bambino possa manipolarlo e mangiarlo da solo, senza l’aiuto di nessuno.

Sebbene prima di introdurre un nuovo alimento nella dieta del bambino occorra sempre consultarsi con il proprio pediatra, di seguito, vi proponiamo un esempio di cibi da poter introdurre all’inizio dello svezzamento:

Esempi di alimenti da introdurre durante lo svezzamento
Frutta
Mela, pera, banana
Verdura
Patate, carote, erbette, zucchine e lattuga
Cereali
Crema di riso, semolino, pastina, biscotti per l’infanzia
Formaggio e Latticini
Formaggio stagionato tipo grana, crescenza, ricotta, yogurt
Carne
Agnello, coniglio, manzo, pollo, tacchino, vitello, prosciutto cotto magro

Con l’introduzione dei primi cibi solidi proponi anche l’acqua mediante una tazza provvista di manici, in modo che il bambino possa impugnarla e portarla alla bocca con l’aiuto del genitore. Se rifiuta di bere non preoccuparti, perché assume già una buona quantità di acqua attraverso
il latte.

5. Alimenti da evitare e alimenti da limitare

“Quando posso introdurre questo alimento? Riuscirà a digerirlo? Potrebbe arrecargli dei fastidi o, peggio, causargli una reazione allergica?”

Sia nel caso che tu stia adottando il metodo classico o dell’auto-svezzamento, dovrai seguire delle regole basilari da non trascurare; regole che riguardano alcuni alimenti da evitare nel 1° anno di vita del tuo bambino.

 

 

I cibi che ti invitiamo a eliminare sono:

 

  • Miele, potrebbe contenere spore di Clostridium botulinum e causare botulismo infantile (un grave problema che influisce sui muscoli, provocando costipazione intestinale e difficoltà respiratorie), dal momento che lo stomaco l’intestino del lattante non sono ancora in grado di distruggere queste spore.
  • Latte vaccino, in sostituzione del latte materno o formulato, per il suo scarso contenuto in ferro e per un eccessivo contenuto proteico
  • Tè, camomilla e tisane per lattanti in commercio impediscono l’assorbimento di ferro, oltre a contenere zucchero aggiunto
  • Alimenti che comportano un rischio di strozzamento: piccoli, di consistenza dura e di forma arrotondata, scivolosi, collosi, con filamenti come ad esempio noccioline, pezzi di frutta o verdura cruda, würstel, ciliegie, uva, fagioli, etc.

Gli alimenti da evitare il più possibile sono:

 

  • Sale nella preparazione di alimenti complementari, di transizione o familiari; questa raccomandazione è un beneficio per tutta la famiglia. I cibi molto salati devono essere evitati.
  • Zucchero, come il sale, non dev’essere aggiunto al cibo per lattanti e bambini. Oltre ad aumentare il rischio di carie, può anche ridurre l’appetito e limitare il consumo di cibi più nutrienti

In conclusione, lo svezzamento rappresenta un momento importante nella vita di un bambino, poiché comporta un rapido cambiamento nelle fasi di crescita e sviluppo, ed è anche associato allo sviluppo delle preferenze alimentari e dei comportamenti alimentari. Tutte le strategie di svezzamento adottate, nuove o tradizionali, richiedono un’adeguata consulenza medica ed educazione dei genitori onde evitare conseguenze dannose per la crescita del bambino.

Nella nostra società, in cui le persone sono costantemente esposte a un elevato carico di informazioni digitali e fisiche, comprese informazioni false o fuorvianti, il ruolo del pediatra è fondamentale per monitorare nel tempo il comportamento nutrizionale dei bambini e coinvolgere ed educare attivamente i genitori sui rischi a breve e lungo termine che un’alimentazione scorretta può causare fin dalle prime fasi della vita.

  • Nuzzi G. et al., Pediatric Allergy and Immunology. 2022
  • Bergamini M. et al., Nutrients vol. 14,13 2646. 26 Jun. 2022.
  • Ministero della Salute
  • IRCCS Burlo – Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni: raccomandazioni standard per l’Unione Europea
  • National Institute of Child Health and Human Devolopment
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